giovedì 17 novembre 2011

I ponti di Madison County - Robert J. Waller

Ho acquistato questo libro ieri facendo la spesa.
Sono incappata nello scaffale dei libri per verificare la teoria secondo la quale nei supermercati sono venduti solo best-seller. Teoria verificata, con l'eccezione di un paio di libriccini  di Simenon e l'edizione rossa de Lo Hobbit, la più classica. Senonché, lo intravedo che si nasconde fra due libri dai titoli mai sentiti, scritti in caratteri troppo grandi, quasi non volesse farsi trovare. Realizzo che non l'ho mai letto, né l'ho in casa e, dopo aver controllato che i contanti mi bastino, lo poggio con cura nel cestino.



Alla cassa trovo un signore gentile, di età indefinita. Mi chiedo sempre che tipo sia la persona a cui pago la spesa. Arrivato il mio turno, prende come prima cosa il libro per batterlo, lo gira per leggere il titolo e mi dice
'Bello, l'ho letto quando avevo 14 anni'
'Non l'ho letto, mi sono resa conto di non averlo e ne ho approfittato' ammetto sorridendo.
'Peccato che il film lo abbia rovinato, non era all'altezza' continua, mentre finisce di passarmi la spesa,
'Per fortuna non l'ho visto, sono contenta che me lo dica'  rispondo prendendo il resto. Lo ringrazio e vado via.

Quando, più tardi, l'ho aperto per iniziarlo, non avevo idea che mi sarebbe piaciuto così tanto.
Se Waller fosse stato una donna, lo avrei definito un romanzo scritto da una donna per le donne. Scritto da un uomo, invece, è ancora più intenso. Una favola ambientata nell'America rurale degli anni '60: Francesca è una donna… senza aggettivi. Ex-insegnante, quarantacinquenne, di origini italiane, ha sposato un uomo tranquillo che le ha dato esattamente quello che le ha promesso, e niente di più. Robert, un fotografo cinquantaduenne, un divorzio alle spalle, si trova a Madison County per un servizio fotografico sui ponti della zona, commissionatogli dal National Geographic. L'ultimo dei cowboy e la moglie di un coltivatore dell'Iowa, due persone che non hanno apparentemente nulla in comune, eppure non appena il pick-up di lui risale per la prima volta il vialetto in una tenuta di campagna per chiedere informazioni alla proprietaria dopo essersi perso,

…I suoi occhi la scrutavano attenti, e Francesca sentì qualcosa che le si agitava dentro. Gli occhi, la voce, il viso, i capelli d'argento, le movenze sciolte del suo corpo, movenze antiche, inquietanti e piene di fascino. Movenze che parlano sussurrando all'orecchio un istante prima che sopraggiunga il sonno, quando ogni barriera è caduta. Movenze che ridispongono lo spazio molecolare tra maschio e femmina, a qualunque specie appartengano.
Le generazioni devono succedersi, e solo di questo sussurrano tali movenze. Il potere è infinito, lo schema di suprema eleganza. Le movenze sono immutabili, il loro obiettivo è chiaro. Le movenze sono semplici, siamo state noi a renderle complicate. Francesca avvertiva tutto questo senza rendersene conto, lo percepiva a livello cellulare. E fu a quel punto che ebbe inizio ciò che doveva cambiarla per sempre.

In quello che credevo si sarebbe rivelato solo un romanzetto rosa ho trovato, invece, molto di più. Il narratore, in terza persona, è sì onnisciente, ma esplicita i pensieri dei personaggi così realisticamente e con tale semplicità che il lettore è in grado di sentir scorrere gli eventi quasi ne sapesse più dei protagonisti, così da sentirsi partecipe. Le frasi sono della lunghezza giusta e lo stile è preciso e denso, non c'è una sola parola superflua, attenzione ai dettagli che però non si traduce in maniacalità. Ho provato un senso di soffocamento a leggere della vita che Francesca aveva condotto in quello sperduto angolo d'America fino a quel momento:

…era stata questa consapevolezza a scoraggiarla; si era sentita umiliata e sola, a dispetto dell'apparente cordialità della gente del posto. Lì i poeti non erano i benvenuti. A compensazione del loro autoimposto senso di inferiorità culturale, gli abitanti di Madison County amavano ripetere: "E'un buon posto per crescere i bambini". E ogni volta lei provava l'impulso di ribattere: "Ma è un buon posto per crescere gli adulti?

E ho letto la migliore descrizione che sia mai stata fatta della professione di fotografo:

...Imponeva la sua volontà allo scenario, controbattendo ai movimenti della luce con obiettivi differenti, pellicole diverse, occasionalmente con un filtro. Non si limitava a combattere, bensì esercitava il proprio dominio, usando l'abilità e l'intelletto. […] Il modo con cui Robert Kincaid modificava la natura era elastico, e a lavoro ultimato lasciava sempre che le cose riacquistassero la loro forma originaria.

Eppure, al momento cruciale del romanzo, la narrazione che avrebbe dovuto arrivare al plateau  si perde un po' nel banale, una caduta di stile là dove il narratore avrebbe più dovuto mantenersi neutrale. Ad ogni modo la storia torna quasi immediatamente in carreggiata, continuando a regalare emozioni bellissime sino alla fine, per niente scontata. Una lettura gradevole, che non richiede più di qualche giorno. Mi ha commosso. Lo consiglio.

Titolo:    I ponti di Madison County
Autore:  Robert James Waller
Editore:  Sperling Paperback
ISBN:    9788860613530
Prezzo:  9,90€ -15% 8,41€

4 commenti:

  1. Ti preferisco cattiva!
    Scherzi a parte, ho visto solo il film, ma lo ricordo molto poco, ero piccola. Però i passi che hai citato sembrano interessanti.

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  2. Mai letto,la tua recensione invece si.Del film mi ricordo solo di aver sonnecchiato.Ma si sa, i libri sono tutta un'altra cosa.Ciao!

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  3. Si l'idea che sia un romanza rosa è diffusa. Forse anche per una questione di marketing

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  4. @Waterwitch: il film non lo vedrò, mi fido del consiglio che mi hanno dato! Anche a me piace scrivere cattiverie quando è giusto ma questo non le meritava proprio!

    @Blackswan: in effetti Clint Eastwood non ce lo vedo nel ruolo che gli hanno assegnato in questo film, non so perchè!

    @Lupo: sono contenta di avergli dato una chance, non l'ho trovato stucchevole. Credo piacerebbe anche ai lettori uomini!

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